recensione di Andrea "colore" soldatini
Dividere l’artista, la poetessa, la pittrice… e l’anima splendida di Vanna Laera
Impossibile a farsi. Almeno per un comune mortale.
La poesia, la poesia…. pervade, sempre, ovunque, ovunque, l’amore le insegue, in un rincorrersi perenne che non li unisce mai… perché non sono separati, mai stati, anche se loro credono di si
Pittrice, si
Artista, si
Ma vestire i vestiti… a chi poteva venire in mente, se non ad una sensibilità che è “oltre” il sistema sensibilità ordinario? Quello raro, che voleva e vedeva i colori, le pennellate, le sfumature muoversi.
Vivere, attorcigliarsi, accarezzarsi per poi lasciarsi, in un abbraccio continuo, che non diventa mai saluto né arrivederci, perché non finisce mai di lasciarci, all’ultimo di ferma, ci ripensa, ci ragione, e cambia idea, si cerca, si brama, si unisce di nuovo, e ricompone l’amore.
Probabilmente Vanna Laera, vista sempre come artista, anche donna è così. Probabilmente è impulsiva, geniale, irrequieta, soffre, si soffre, ma le lacrime che scendono all’improvviso diventano di gioia, basta poco, laddove prima vi era viso liscio adesso nascono i solchi del sorriso, della risata… il cuore leggero si ripara in fretta, magari non da solo, ma rapido.